L’insostenibile leggerezza dello scritto


Girava, tempo fa, il file audio di un sindaco irpino, che faceva un discorso – probabilmente in stato alterato post-pranzo nozze – esilarante. Lo sproloquio faceva abbondante uso della frasetta “il più ampio respiro”, che intercalava con “vabbuò?”.
Il più ampio respiro.
La lingua italiana è fitta di queste frasi che di significato reale non hanno molto, e che servono un po’ da fluff, da riempitivo.
Ci si meraviglierebbe a contarle tutte, le frasette che farciscono i discorsi finto altisonanti, messi giù in buona fede da qualcuno pieno di buone intenzioni.
Un progetto di ampio respiro.
Una visione di ampio respiro.
Una realtà economica di grande respiro.
Ah, la “realtà economica”, che ho addirittura letto, proprio coi miei occhietti, in “economic reality”. An economic reality of wide breath. Abbastanza da riempire di punti interrogativi la testa di un qualsiasi lettore anglofono.
Il problema è che, quando una frase è tanto vaga quanto consumata, chi scrive non ha in mente un significato preciso. Chi scrive la mette lì perché ci sta bene, perché l’ha sentita in un contesto simile.
Cosa intende, per progetto di ampio respiro? Un progetto che mira al futuro, quindi espandibile, modulare? Oppure un progetto che comprende più di un ambito, magari che soddisfa esigenze sia sociali che scientifiche o culturali? Oppure un progetto ispirato da una visione globale, che magari si prefigge di coinvolgere un territorio più ampio di quello strettamente locale?
A queste domande, spesso, quello che scrive non riesce a dare una risposta. Pensa che tutte queste pignolaggini si riassumano tranquillamente in quel termine “one size fits all”, e magari si sente pure irritato, perché gli pare ovvio che ampio respiro è ampio respiro, tutto questo ma anche altro, chiaro, no?
Allora,
Wide-ranging project – ma questo vuol dire che i progetto è molto vario.
A wide-reaching project – ma anche qui vuol dire che si estende a varie discipline.
An ambitious project – quindi un progetto ambizioso, che si prefigge di ottenere di più nel futuro.
In ultima analisi, si va a naso. Il traduttore si trasforma in veggente, cerca di entrare nella mente dello scrivente e di interpretarne i segreti disegni.
Che un testo, prima di essere tradotto in inglese, bisogna tradurlo dall’italivago all’italiano